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Il fantasma di un noto romanziere, ucciso dai suoi protagonisti, rilegge il manoscritto dell'opera incompiuta con l'assurdo obiettivo di scoprire la perfida intrusione del destino - così la definisce - che gli è stata fatale. Ed ecco in un connubio di romanzo e saggio, attraverso scenari tormentati dal tempo e dalla guerra, rincorrersi e incrociarsi personaggi nel cui sangue fluiscono memorie di diaspore scolpite nella storia, ciascuno con un piano assillante da attuare al più presto: ladri e signori, preti e sciamani, ebrei e cristiani, vittime e terroristi. Ma il loro affanno è vano: l'Autore, eccentrico e ispirato, gli impone delle pause; per elevare il tono del romanzo vuole che si acculturino alle fonti dell'arte: performativa, letteraria, visiva, fino all'arte dell'ozio. L'ostacolo maggiore, tuttavia, è l'Autore in persona: un fine gentiluomo, sebbene delirante nella sua immaginata onnipotenza - si fa chiamare il Genio delle Ombre -, ma petulante, cinico, maligno, e soprattutto inconscio prigioniero di sé stesso.